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Novità per il tumore superficiale della vescica


Si chiama gemcitabina, la nuova speranza per combattere le recidive del tumore vescicale, tumore sicuramente tra i più pericolosi ed invalidanti che colpiscono sia l’uomo che le donna, con una leggera prevalenza del primo. Si tratta di un farmaco antitumorale comunemente impiegato per via sistemica a livello mondiale e che, recentemente, considerati i risultati positivi di una serie di studi clinici prospettici, hanno consentito l'approvazione ministeriale in Italia per l'uso endovescicale.



Di elevato interesse scientifico è la recente pubblicazione apparsa sulla rivista Journal of Clinical Oncology della Società Americana di Oncologia inerente l’esperienza clinica del dipartimento di Urologia del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York.



Pazienti definiti refrattari al trattamento con BCG e nei quali per la prognosi negativa l’ulteriore trattamento standard è l’asportazione della vescica sono stati avviati alla terapia intravescicale con Gemcitabina con l’intento di impedire o procrastinare l’ intervento chirurgico demolitivo.



Nelle conclusioni gli autori evidenziano la buona tollerabilità ed attività del trattamento con Gemcitabina in una popolazione ad alto rischio ed indicano questa una valida opzione per i pazienti che rifiutano la cistectomia.
Importanti limitazioni in termini di efficacia e tollerabilità dei farmaci maggiormente impiegati nel trattamento delle neoplasie superficiali della vescica fanno sì che Gemcitabina sia una valida e sicura alte
06/07/2006

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